L’Associazione S.O.F.I.A. Onlus con il “Gruppo Pulcinella Napoli ”
Dopo il grande successo della manifestazione svoltasi presso la Galleria Principe di Napoli ,in occasione dell’ avvento della Santa Pasqua, denominata “ Pullecenella nun è nato ccà, ma vò bene a stà città ”, al termine della quale sono state donate delle Uova pasquali ai numerosi Bambini presenti; l’Associazione S.O.F.I.A. Onlus ha collaborato con il “Gruppo Pulcinella Napoli “ alla proiezione del video Pulcinella Napoli girato nelle sale del museo Acerrano.
In data 18 Aprile ad Acerra, città che ha dato i natali alla nota maschera di Pulcinella, presso la sala del Museo della maschera del Folklore e della civiltà contadina, meglio conosciuto come Museo di Pulcinella, si è svolta la proiezione del video.
Fulcro dell’iniziativa la maschera di Pulcinella, attraverso la quale il “ Gruppo Pulcinella Napoli “ del Maestro Luigi Polge ha avvicinato molti napoletani alla vera tradizione napoletana sulla quale far leva per la rinascita futura della città.
A seguire la storia della maschera di Pulcinella raccontata dall’attrice del vecchio teatro San Carlino, Lucia Oreto (Colombina), che ha presentato al pubblico un guizzante (Pulcinella), interpetrato con maestria dall’ attore Angelo Iannelli.
La Kermess,presentata da Ralf Stringile,ha visto la partecipazione di numerosi ospiti e di numerosi artisti tra i quali la possente voce del tenore Giuseppe Gambi accompagnata dal soprano Laura Migliaccio .La canzone classica napoletana è stata proposta dal maestro Gino Accardo e da un frizzante Dario Rustichelli.
Pienamente soddisfatto il Maestro Luigi Polge, anima dell’evento il quale si è pregiato della partecipazione straordinaria della poetessa Tina Piccolo e del Prof. Cuniato .
Entusiasta dell’iniziativa la Dott.ssa Sofia Bianco, Presidente dell’ Associazione
S. O. F. I. A. Onlus la quale ha dichiarato che “partecipare a queste iniziative significa costruire la cittadinanza “ aggiungendo che la nota maschera napoletana dovrebbe essere rivalutata e rappresentata in altre Regioni d’Italia in modo da favorire uno scambio culturale e dimostrare nel contempo, in controtendenza con quanto negli ultimi anni si è voluto far credere, che culture opposte per credo e tradizione possono non solo convivere ma fortificare il senso di appartenenza alla nostra Nazione.